Come sono fatte e il funzionamento delle stazioni meteorologiche

Stazioni meteorologiche: come sono fatte e come funzionano

Le stazioni meteorologiche sono un insieme di strumenti che consentono di rilevare le condizioni meteo in un dato luogo e per un tempo indefinito.

Sono delle strutture che possono essere allestite in ogni zona del mondo, partendo dalla pianura fino all’alta montagna. Infatti, non tutti sanno che una delle più importanti stazioni meteorologiche si trova proprio sul monte Everest.

Nel mondo dell’aviazione, queste strutture ricoprono un ruolo fondamentale per il corretto svolgimento dell’attività aerea. Tutti i soggetti coinvolti nel trasporto aereo, infatti, devono essere ben al corrente delle condizioni climatiche in atto in ogni zona del mondo.

Le rilevazioni portate alla luce dalle stazioni meteorologiche, infatti, sono molto importanti anche e soprattutto durante le fasi di volo. Il pilota dovrà costantemente verificare le condizioni esterne, per poter garantire lo svolgimento del viaggio in totale sicurezza.

Le raccolte dei dati nelle stazioni meteorologiche sono realizzate in modo tale da misurare diversi parametri.

Ad esempio, tra i più importanti, troviamo la temperatura dell’aria, della quale si rilevano la media giornaliera, il massimo e il minimo raggiunti nel corso delle 24 ore. La media viene calcolata con dei software che considerano tutti i dati di temperatura rilevati durante la giornata.

Insieme a questi parametri, si misura anche l’umidità relativa, ovvero la percentuale di vapore acqueo presente nell’aria, le quantità di precipitazioni giornaliere che cadono nell’arco di 24h e la direzione dalla quale soffia il vento e a quale velocità.

Per poter fare tutto ciò, le stazioni meteorologiche devono essere in possesso di tutta l’attrezzatura necessaria.

Scopriamo, allora, in cosa consiste questa particolare strumentazione e come funzionano le rilevazioni in una stazione di questo tipo.

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Stazioni meteorologiche: strumentazione e funzionamento

Una stazione meteorologica deve essere composta da diversi strumenti, tra cui:

  • Barometro, per la misurazione della pressione dell’aria;
  • Termometro, per misurare la temperatura;
  • Igrometro, per misurare l’umidità atmosferica;
  • Banderuola, per la misurazione della direzione del vento;
  • Anemometro, per misurare la velocità del vento;
  • Pluviometro, per misurare la quantità di pioggia caduta.
Misurare la velocità del vento con l'anemometro

Questi sono gli strumenti fondamentali che tutte le stazioni meteorologiche devono possedere. Alcune di esse, però, possono avere anche altri sensori a disposizione, come per esempio:

  • Sensore per raggi ultravioletti;
  • Solarimetro, per misurare l’intensità della radiazione solare in entrata;
  • Sensore di umidità del terreno;
  • Sensore di bagnatura fogliare;
  • Trasmissometro, per stimare la visibilità, presente soprattutto negli aeroporti;
  • Sensore di temperatura del terreno.

Nelle stazioni meteorologiche risalenti a molti anni fa, tutti i parametri relativi al clima e al meteo venivano rilevati dagli strumenti e letti dagli operatori a cadenze regolari.

Oggi, invece, tutti i parametri vengono registrati automaticamente nella memoria dei software installati. Gli operatori li scaricano periodicamente, organizzandoli sotto forma di grafici. In alternativa, i dati vengono inviati a un server che, a sua volta, li invia a un elaboratore finale che procede con la loro organizzazione in grafici, per facilitare la lettura agli utenti finali.

Tra le stazioni meteorologiche più famose, ci sono sicuramente quelle del Capanna Regina Margherita, sul Monte Rosa e quella del Colle Sud dell’Everest. Sul nostro territorio nazionale, le stazioni meteo ufficiali sono sotto la gestione del Servizio meteorologico dell’Aeronautica Militare.

Stando a quanto detto, dunque, i dati raccolti dalle stazioni meteorologiche sono fondamentali non solo per la meteorologia, ma anche per tutti quei settori in cui conoscere le condizioni climatiche in anticipo e in tempo reale si rivela indispensabile, come nel caso dell’aviazione, della climatologia e dell’agrometeorologia.

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Le norme delle stazioni meteorologiche

Per far sì che tutte le stazioni meteorologiche rilevino i giusti dati, che siano omogenei con quelli delle altre stazioni, devono seguire delle norme ben precise. Si tratta di vere e proprie regole di posizionamento per le quali:

  • La stazione deve essere costruita su un tappeto erboso naturale, tagliato di frequente, o su un tappeto sintetico di colore verde;
  • I sensori di temperatura e umidità vanno collocati in un apposito schermo solare rialzato di almeno 180/200 cm da terra; in assenza di tale schermo, il termometro non funzionerebbe a dovere, rilevando la sua stessa temperatura e non quella dell’aria;
  • I sensori del vento devono essere posti a un’altezza di 10 metri e distanti di 10 volte l’altezza dell’ostacolo più alto.

A ogni stazione meteorologica, inoltre, viene assegnato un codice WMO (World Meteorological Organization), utile per poterle distinguere in modo efficace.

Oltre al codice WMO, alle stazione viene dato anche il codice ICAO (International Civil Aviation Organization), assegnato secondo parametri diversi a seconda del paese nel quale si trova.

In Italia, per esempio, il codice ICAO è composto da una sigla di 4 lettere maiuscole, delle quali le prime due sono “LI”, comuni a tutte le stazioni meteorologiche presenti sul territorio nazionale.

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