Atterraggio aereo: come funziona nel concreto
I viaggi aerei sono ormai entrati a tutti gli effetti nella nostra quotidianità.
Se fino al secolo scorso spostarsi sfruttando l’aria sembrava solo un sogno a occhi aperti, oggi appare un’azione quasi scontata.
È vero, infatti, che ormai moltissimi viaggiatori preferiscono spostarsi tramite aereo, favorendo questo mezzo rispetto ad altri sistemi di trasporto perché più rapido, comodo e ‘semplice’. In pochi, però, sono effettivamente a conoscenza di tutte le manovre che devono essere eseguite durante un volo e quanto queste possano rivelarsi complesse per chi deve compierle.
È il caso, ad esempio, del decollo e dell’atterraggio di un aereo. Quest’ultimo in particolare rappresenta uno dei momenti più impegnativi per un pilota, che può determinare la perfetta riuscita del volo. In fondo, più o meno tutti abbiamo almeno una volta applaudito al pilota al termine di un atterraggio morbido, no?
Sono in molti quindi a chiedersi come sia possibile atterrare un mezzo così pesante con facilità. Nel corso del presente approfondimento, allora, si scenderà maggiormente nel dettaglio, così da poter comprendere come funziona davvero l’atterraggio di un aereo e quali sono tutti fattori che entrano in gioco per la riuscita di questa procedura di routine ma estremamente delicata.
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Come si verifica l’atterraggio di un aereo?
Al culmine del viaggio effettuato in volo, il pilota dovrà prepararsi alla fase di atterraggio dell’aereo. Solitamente questa avviene in aeroporti, con delle piste appositamente adibite allo scopo. Può capitare, però, che alcuni velivoli debbano atterrare su dei portaerei, caso in cui si parla di appontaggio.
Non bisogna sottovalutare, inoltre, che i piloti sono addestrati a gestire gli atterraggi anche in condizioni di rischio, in tutte quelle situazioni in cui è necessario un atterraggio di emergenza in un posto non adibito all’operazione (come ad esempio in mare).
Per poter atterrare, è necessario diminuire gradualmente la velocità di percorrenza e la quota alla quale si trova l’aereo. Per farlo, si dovrà stabilire una discesa con un angolo costante che condurrà poi alla pista predefinita.
Un’operazione che potrebbe sembrare non particolarmente complessa, soprattutto con aerei di piccole o medie dimensioni. Il discorso cambia quando si parla dell’atterraggio di aerei di linea.
In questo caso, per poter garantire minori velocità senza rischiare lo stallo del velivolo, si deve far ricorso ai cosiddetti flaps. Questi ultimi, sono conosciuti nel nostro Paese come ipersostentatori e costituiscono delle parti mobili situate sulle ali, che si trovano in molti modelli di aerei.
Una volta in direzione del suolo, arrivati a qualche metro circa da terra, il pilota si appresta a eseguire una manovra di raccordo, per poter diminuire gradualmente l’inclinazione del velivolo.
Potrà eseguire questa operazione tirando verso di sé la cloche fino a quando l’aereo non risulta essere in una posizione parallela rispetto alla pista di atterraggio.
Grazie all’inerzia, il velivolo percorre solitamente qualche metro, per poi toccare terra con i carrelli di atterraggio. Se un aereo presenta dimensioni più elevate, si devono attivare gli spoiler, strumenti utilizzati per ridurre la portanza presente sulle ali e avere una frenata più efficace.
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Con il passare degli anni, gli aeromobili hanno subito diverse migliorie, come anche diverse automazioni, al fine di favorire anche la sicurezza dell’atterraggio di un aereo in condizioni di scarsa visibilità. Queste fanno sì che la fase di avvicinamento al suolo possa essere gestita automaticamente, senza la necessità da parte del pilota di tenere la cloche.
In seguito, si attiva una modalità denominata “reverse”, utilizzata per poter muovere l’aria delle turbine in avanti. Così facendo la spinta si inverte e l’aereo inizia a rallentare. Solo a questo punto il pilota attiva i freni dei carrelli.
A quale velocità si verifica l’atterraggio di un aereo? Questa fase può avvenire a diverse velocità, a seconda delle certificazioni dei vari modelli.
Un Boeing 737, per esempio, atterra a circa 250 km/h. Al contrario, i velivoli di dimensioni più ridotte arrivano a una velocità di circa 100 km/h.
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